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Letta: “Senza fine la corsa alla barbarie di Grillo”

Ultimo Aggiornamento: 03/02/2014 16:07
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03/02/2014 16:07

Letta: “Senza fine la corsa alla barbarie di Grillo”
Il portavoce Casalino attacca la Bignardi chiamando in causa Sofri. Il premier: «Solidarietà alla giornalista e al marito»


«È una corsa verso la barbarie che pare senza fine». Anche il premier Enrico Letta si getta nella mischia delle polemiche che da alcuni giorni ruotano attorno al Movimento 5 Stelle. E lo fa contestando un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo da Rocco Casalino, ex «inquilino» del Grande Fratello e oggi portavoce dei pentastellati. Casalino se la prende con Daria Bignardi, conduttrice de Le invasioni barbariche, per l’intervista di venerdì sera ad Alessandro Di Battista e la accusa di avere indugiato troppo con le domande sul passato fascista del padre del deputato pentastellato, giudicato irrilevante, come se, per parallelo, ci si riferisse a lei o ai suoi figli insistendo sulle vicende che in passato hanno coinvolto Adriano Sofri, padre del marito Luca. Anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, da giorni a sua volta nel mirino dei grillini, è intervenuta sulla vicenda, parlando di «pestaggio mediatico» e sottolineando che «la rete è una grande opportunità, è uno spazio bellissimo che non può essere usato in questo modo violento».

IL CASUS BELLI - La giornalista, per Casalino, è insomma colpevole di avere fatto domande sulla passata appartenenza fascista del padre del deputato grillino. Per «redarguirla» l’ex gieffino chiama in causa il marito, Luca Sofri, e il padre di quest’ultimo, Adriano, ex leader di Lotta Continua, condannato quale mandante dell’omicidio del commissario Luigi Calabresi, avvenuto a Milano nel 1972. «Come sarebbe per te - scrive Casalino - se ti invitassi a una trasmissione tv e le domande fossero: come si sente tuo figlio a scuola ad avere il nonno mandante di un assassino? Come è l’ aver sposato il figlio di un assassino? E se insistessi su questa domanda come hai fatto tu per il padre ex fascista di Di Battista?». L’esponente del M5S evidenzia poi la coincidenza della presenza in trasmissione di Corrado Augias, intervenuto subito dopo Di Battista, che parlando dei grillini li ha definiti neofascisti. Un uno-due che per Casalino è la prova di una trappola premeditata nei confronti del parlamentare. Peraltro, puntualizza, che il padre di Di Battista, Vittorio, è «un ex fascista, ora vota M5S». Nel 2010, alla Zanzara, su Radio 24, l’uomo si dichiarava invece onorato di essere chiamato camerata e di partecipare alle manifestazioni in piazza «vestito da fascista» (Ascolta).

IL COMMENTO DI LETTA - Il parallelo con Sofri non è in ogni caso piaciuto a Letta. «È scandaloso, non posso non commentarlo, pur essendo concentrato qui» dice il premier da Doha, in Qatar, dove prosegue la sua visita ufficiale . «Ho letto sul blog di Grillo frasi folli verso una giornalista, Daria Bignardi e suo marito - sottolinea il capo del governo -. È una corsa verso la barbarie, intrapresa da Grillo che pare senza fine. Non ci può essere tolleranza verso questo modo di fare politica». Per Letta le frasi sul blog sono «ingiuriose, intollerabili e insopportabili».

L’INTERVISTA - Di Battista era comunque apparso a suo agio davanti alle telecamere e nonostante poi in rete ci siano state molte prese di posizione ironiche nei suoi confronti, aveva risposto senza problemi a tutte le domande. Anche a quella su un suo possibile ruolo di premier: il parlamentare ha detto che si sentirebbe tranquillamente all’altezza. Le domande sul padre non devono però essere piaciute allo staff comunicazione di Grillo che via blog ha pensato bene di ripagare la giornalista con la stessa moneta.

I «POTENZIALI STUPRATORI» - Nel frattempo non si è spenta l’eco delle polemiche innescate l’altro giorno dai commenti sessisti comparsi in calce di un altro post di Beppe Grillo, quello che rilanciava una video-beffa ai danni di Laura Boldrini. Commenti lasciati online per l’intera giornata di sabato e rimossi solo nel tardo pomeriggio. Intervenendo da Fabio Fazio, la stessa presidente della Camera aveva definito gli autori di quei commenti come «potenziali stupratori».

IL TWEET DI MESSORA - In mattinata a rilanciare la diatriba era stato Claudio Messora, responsabile comunicazione del M5S al Senato, che con un tweet aveva chiosato: «Cara Laura, volevo tranquillizzarti.. Anche se noi del blog di Grillo fossimo tutti potenziali stupratori, tu non corri nessun rischio!». Un commento giudicato da più parti velenoso e offensivo, al punto che lo stesso Messora ha poi fatto dietrofront: «Non era mia intenzione offendere Laura Boldrini. Se a causa di una mia battuta è accaduto, me ne scuso. Ora torniamo a parlare di contenuti».

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