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La marcia dei Forconi (divisi) su Roma «Ridateci dignità, avanti così fino a Natale»

Ultimo Aggiornamento: 18/12/2013 18:23
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18/12/2013 18:23

La marcia dei Forconi (divisi) su Roma
«Ridateci dignità, avanti così fino a Natale»

Casa Pound con la protesta, veneti e siciliani prendono le distanze. Previste 15mila presenze, ne arrivano solo 3.000


Il movimento dei forconi marcia su Roma. Dalle 15 nella Capitale è iniziato il ritrovo dell’ala oltranzista dei manifestanti e dell’ala «moderata» (i siciliani e i veneti, che si sono apertamente dissociati dall’accostamento a Casa Pound, regolarmente presente in corteo, e ai disordini di piazza), sorvegliato da oltre 2.000 agenti delle forze dell’ordine per contrastare le 15.000 presenze previste, anche se l’adesione è stata nettamente inferiore alle attese: 3.000 persone alle 15, poco di più all’avvio dei discorsi (ma solo un migliaio secondo la polizia). Intanto nella notte tra martedì e mercoledì si erano registrate tensioni alla stazione di Pisa, dove alcuni manifestanti diretti a Roma avevano occupato un binario.

IN PIAZZA -A Roma l’appuntamento era fissato in piazza del Popolo, che si è riempita per metà. «Tutti a casa, tutti a casa», gridano i primi manifestanti, tra slogan contro il governo e l’inno d ‘Italia. Danilo Calvani, leader del coordinamento nazionale 9 dicembre, arriva accolto da applausi e prima di salire sul palco rilascia alcune interviste.

PULLMAN E TRENI BLOCCATI - A Corriere.it racconta che la risposta della gente è stata ottima: «Purtroppo nei giorni scorsi è stata messa benzina sul fuoco, come se ci si dovesse aspettare qualcosa di grave, ma non avevamo problemi, eravamo certi che sarebbe stata una manifestazione tranquilla. È stata seminata zizzania in modo che non ci fosse una vera risposta di popolo, ma questa cosa non si ferma più». Se, però, in piazza c’è meno gente del previsto, un motivo c’è: «Altri manifestanti sono ancora bloccati su treni e autobus, è un disastro. Ditelo voi da chi sono bloccati. Manca tutta Latina, la Campania, Pisa. Ognuno di noi, però, vale mille». Promessi, inoltre, ulteriori presidi e azioni anche dopo Natale, «finché i politici non se ne vanno».

LE RAGIONI DELLA PROTESTA - Alle ragioni della protesta c’è la crisi economica, ma non solo «Questa classe politica delegittimata ha trattato l’essere umano come merce di scambio e distrutto delle famiglie, ci sono tre o quattro suicidi al giorno - spiega ancora Calvani - Si torni al voto e si azzeri per davvero questa vergogna istituzionale, ridando dignità a questo popolo che se lo merita. Non è eversione questa». Riguardo all’assenza del “collega” Mariano Ferro, il leader del movimento commenta: «Un leader in questo momento si è “pentito”. Voleva esserci, ma sbagliare è umano, chi non lo ha fatto nella vita».

CASA POUND PRESENTE - Intorno a uno striscione che recita «Alcuni italiani non si arrendono» si sono radunati circa 300 rappresentanti del centro sociale Casa Pound, che sventolano bandiere tricolori.Lungo la marcia dalla sede di via Napoleone III fino a piazza del Popolo sono stati accolti da applausi e cori di sostegno. Simone Di Stefano, vicepresidente del centro sociale, assicura: «Noi non abbiamo messo il cappello su questa protesta. Io, piuttosto che guardare chi c’è guarderei chi non c’è. Noi intendiamo sottolineare che il parlamento è delegittimato, che il governo non esiste e che non ha un mandato popolare». Dopo aver nuovamente invitato il presidente Giorgio Napolitano a sciogliere le Camere, Di Stefano sottolinea: «Fare riforme su questa base significa costruire sulla sabbia».

LODI AL PAPA, ATTACCO A NAPOLITANO - Più tardi, dal palco, esalta Papa Francesco ( «Uno di noi», risponde la folla in coro), e attacca il presidente Napolitano: «Non ci rappresenta. Gli italiani vogliono rinunciare a gente come lui, non alle nostre sovranità. Se ne vada, non lo vogliamo». La risposta della piazza è stata «Buffone, buffone». Calvani ha anche ricordato che «il 9 dicembre è iniziata la liberazione dell’Italia dai parassiti». Poco dopo le 17.30 la manifestazione è stata sciolta.

NO ALLA VIOLENZA - Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, aveva parlato di proteste «ampiamente giustificate», ma condannando ogni violenza. Il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza presieduto dal ministro Alfano, in vista delle proteste annunciate dall’ala più oltranzista del movimento, era stato convocato alle 9 al Viminale.

BAGNASCO: UN GRIDO DI DOLORE - Nel pomeriggio da Genova il cardinale Angelo Bagnasco , presidente della Conferenza episcopale italiana, ha lanciato un appello alle istituzioni politiche perché ascoltino «il grido di dolore della piazza, un disagio che è reale nella nostra società. Dall’altra parte ci deve essere uno spirito costruttivo per non protestare solo in modo civile ma fare anche delle proposte».

BARLETTA, NEGOZIANTI CONSEGNANO CHIAVI - Proteste anche in Puglia. Circa un centinaio di persone tra commercianti, imprenditori del settore manifatturiero e calzaturiero, liberi professionisti e disoccupati, hanno consegnato in prefettura una scatola con le chiavi delle loro attività, «un gesto simbolico per denunciare l’inadempienza del governo nei nostri confronti, perché ci hanno ridotto in povertà».

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