Pd, D’Alema: «Avanti altra generazione»
Il presidente della Fondazione Italianieuropei: «Io mi occupo di altre cose e non voglio essere tirato in mezzo»
«La battaglia politica si fa quando c’è il congresso. Ognuno è libero di esprimere la sua opinione ma non io non parteciperò ad una dialettica legittima che ora ha altri protagonisti di un’altra generazione». Così Massimo D’Alema, parlando all’Ansa, spiega che, dopo la fine del congresso, non sarà il capo della minoranza del Pd.
«CALUNNIE» - «Non ho il compito di dare direttive a Cuperlo (che su Twitter scrive: «Non sono eterodiretto»). Ho fatto una battaglia congressuale a suo sostegno perché lo ritenevo il migliore candidato possibile, prendo atto del risultato. Ma non ho intenzione di animare correnti». E spiega: «Io mi occupo di altre cose e non voglio essere tirato in mezzo ad una dialettica che ha altri protagonisti di un’altra generazione che, come è giusto che sia, sono chiamati a certe responsabilità». Il presidente della Fondazione Italianieuropei smentisce come «calunnie usate come strumento di lotta politica» che lui sia l’ombra di Gianni Cuperlo e che lunedì gli abbia imposto il «no» all’ingresso in segreteria di uomini vicini alla sua linea politica.
CUPERLO - Cosa è accaduto lo svela Cuperlo che ha raccontato ai suoi dell’incontro con Renzi lunedì a Roma. Quando è arrivato al Pd, un’ora prima della conferenza stampa di annuncio della segreteria, il sindaco di Firenze gli ha chiesto se accettava di entrare con tre esponenti, con tanto di nomi e cognomi già scritti. Segno, ha spiegato più d’uno, che c’erano state «trattative separate». A quel punto, ha spiegato Cuperlo, prima di accettare eventualmente sarebbe stato necessario un confronto con i suoi anche sui nomi. Ma non ce ne sarebbe mai stato il tempo visto che era imminente la conferenza stampa, slittata non a caso di una mezz’ora. Da qui il «no» al suo imprimatur. «Ma se qualcuno accetta di entrare lo faccia, a titolo personale», avrebbe detto Cuperlo a Renzi.
NO ALLA PRESIDENZA - No anche alla proposta di fare il presidente del Pd. Nella riunione della sua area martedì, l’ex rivale del sindaco di Firenze ha spiegato di non essere alla ricerca di ruoli a titolo personale mentre ha lasciato al confronto interno la decisione se proporre al neosegretario un nome dell’area per l’incarico di garanzia. L’idea di Cuperlo è di tenersi le mani libere per portare avanti le ragioni della sua piattaforma congressuale. La linea però non è appoggiata da tutti. Sono soprattutto i «giovani turchi» a premere per un impegno diretto. Avrebbero gradito l’ingresso in segreteria, per dimostrare di avere rotto i vecchi schemi. E durante l’incontro di oggi alla Camera, Andrea Orlando ha insistito a lungo sulla richiesta a Cuperlo di accettare la presidenza del partito. Per il candidato alla segreteria invece è questa la scelta giusta. Si può dare una mano anche se non si è in segreteria, ha sottolineato. Dunque «niente Aventino, ci sarà collaborazione», ha assicurato Cuperlo. Intanto anche dal fronte renziano si auspica un ripensamento. «C’è tempo da qui a domenica», quando si terrà l’assemblea a Milano, «vediamo se Cuperlo cambia idea. Noi lo vorremmo», spiega un big della segreteria di Renzi. Il primo test sarà in serata, con la riunione dei gruppi parlamentari con Matteo Renzi. Introdurrà Guglielmo Epifani e poi la parola passerà al sindaco.
[Modificato da Gabriel13 10/12/2013 19:38]